Tutti i bambini lo sanno: Babbo Natale viene dal Polo Nord, è barbuto e sovrappeso e la notte tra il 24 e il 25 dicembre porta i regali ai piccoli di tutto il mondo viaggiando su una slitta trainata da renne. Ma la storia di questo amato personaggio del folklore è lunga e affascinante quasi come la sua leggenda. Babbo Natale nasce sulle rive del Mediterraneo, si evolve nell’Europa del Nord e assume la sua forma definitiva (Santa Claus) nel Nuovo Mondo, da dove poi si ridiffonde quasi in ogni parte del globo.
La vera storia di Babbo Natale inizia nel IV secolo in Turchia, quando San Nicola (il futuro Santa Claus) divenne vescovo di Myra. Lì morì, e le sue spoglie vennero conservate nella cattedrale fino all’inizio dell’anno 1000, quando dei cavalieri italiani rubarono la salma e la portarono a Bari, il cui patrono è appunto San Nicola. In realtà, la storia è molto più antica perché la cultura classica greca narra che Poseidone, dio del mare, fosse un dispensatore di doni. Nei primi anni di consacrazione, San Nicola veniva chiamato “il marinaio” e molti templi dedicati a Poseidone vennero riadattati alla figura del Santo. Inoltre, pare che il nome stesso del santo derivi da quello del dio greco Nickar, anch’egli ritenuto nell’antichità un dio molto generoso. La leggenda che rese famoso San Nicola e gli fece meritare l’appellativo di paladino di tutti i bambini, ha origine nel racconto del greco Michele Archimandrita (IX sec), poi ripreso da Dante nella Divina Commedia (Purgatorio XX, 31-33): un nobiluomo caduto in miseria era disperato perché non aveva la dote per far sposare le tre figlie. San Nicola, mosso a pietà dai suoi lamenti, decise di lanciare attraverso la finestra tre sacchi di monete in tre notti. Le prime due notti tutto andò per il verso giusto ma, durante la terza, la finestra venne chiusa dalla governante. Il Santo, deciso a perseverare nell’impresa, si arrampicò sul tetto e calò nel camino il sacco di denari, che andarono a finire in una delle calze appese ad asciugare proprio sul camino. Secondo altre fonti, San Nicola calava cibo nei camini delle famiglie meno abbienti.
Così nasce la tradizione di lasciare di nascosto dei doni sotto l’albero nella notte di Natale. Inizialmente, i regali venivano distribuiti il 6 dicembre, festa di San Nicola, ma poi il Santo divenne talmente famoso che la festa si prolungava sempre fino alla notte del 24,
Dopo la morte (avvenuta il 6 di dicembre di un anno imprecisato alla metà del IV secolo), la figura del santo divenne popolarissima in tutta la cristianità, grazie anche ai tanti miracoli che gli furono attribuiti. Molte professioni (ad esempio i marinai), città e intere nazioni lo adottarono e ancora lo venerano come loro patrono. Ma perché diventò anche protettore dei bambini e mitico dispensatore di doni?

La ragione, spiega Gerry Bowler, storico e autore del libro Santa Claus: A Biography, sta soprattutto in due leggende che si diffusero in Europa intorno al 1200. La prima, e più nota, racconta del giovane vescovo Nicola che salva tre ragazze dalla prostituzione facendo recapitare in segreto tre sacchi d’oro al padre, che così può salvarsi dai debiti e fornire una dote alle figlie. Nella seconda, Nicola entra in una locanda il cui proprietario ha ucciso tre ragazzi, li ha fatti a pezzi e li ha messi sotto sale, servendone la carne agli ignari avventori. Nicola non si limita a scoprire il delitto, ma resuscita anche le vittime: “ecco uno dei motivi che lo resero patrono dei bambini”.
Nel corso dei secoli, l’aspetto del Santo è cambiato notevolmente. Le prime trasformazioni sono venute per necessità: dopo la Riforma protestante del XVI secolo, i santi erano visti di cattivo occhio ma nessuno voleva perdere la tradizione dei regali nella notte del 24 dicembre. Fu così che ogni nazione europea adottò il proprio “sostituto” di San Nicola: in Inghilterra fu un vecchio con la barba, personaggio già celebre in molti giochi per bambini (ma anche presunto aiutante di San Nicola), mentre in Germania restò lo stampo cattolico e divenne Gesù Bambino il misterioso dispensatore di doni. Il vecchio inglese mantenne un vago aspetto sacro, per cui il mantello vescovile divenne un lungo abito verde scuro e la mitra divenne il cappuccio, sempre verde, con il pon-pon bianco. La divisa rossa ha origine a Boston nel 1885, a seguito dell’illustrazione di alcune cartoline di Natale ad opera del tipografo Louis Prang. Quindi, la comune credenza che sia stata la Coca Cola ad inventare Babbo Natale vestito di rosso è sbagliata; vero è però che la campagna pubblicitaria iniziata nel 1939 lo ha reso celebre in tutto il mondo.
Tutte queste leggende non fanno altro che alimentare il mito di Babbo Natale. Sebbene esistano associazioni come la Institute of Scientific Santacluasism (USA), che cercano le prove dell’esistenza del Grande Vecchio, ai bambini tutto questo non serve. E in realtà non serve nemmeno agli adulti. Babbo Natale esiste perché incarna la magia del Natale ed il nostro desiderio di essere più generosi, più aperti, di vedere tutti con gli stessi occhi. Quindi non dite mai ad un bambino che Babbo Natale non esiste: sareste voi i primi creduloni, che ritengono che l’ingresso al mondo degli adulti significhi abbandonare le belle immagini di quello dei bambini.