Ignorante: Che non conosce una determinata materia, che è in tutto o in parte digiuno di un determinato complesso di nozioni. Ha senso oggettivo e spesso di modestia, se detto di sé stesso; riferito ad altri, è per lo più spregiativo o offensivo.
Ignorante è a mio parere un termine che si usa molto spesso in modo erroneo e offensivo! Quando si comincia un percorso di studi, logicamente dovrebbe aumentare il sapere per determinate materie, tralasciando inevitabilmente l’approfondimento di altre. Ci si diploma, ci si laurea, poi i master, corsi d’aggiornamento, si conquista finalmente per alcuni, un lavoro di una certa importanza. Ma cosa si perde col passare del tempo? Credo che a volte si perda l’umiltà! Sicuramente la conoscenza approfondita del campo che si è scelto come lavoro della propria vita è da ammirare, da un notevole contributo alla società, merita ammirazione, da soddisfazione. Perchè però guardare dall’alto in basso chi ha scelto una vita diversa, o non ha avuto la possibilità di poter continuare gli studi.
Nessuno è onniscente! Ultimamente mi ritrovo a riflettere sui lavori ritenuti più “umili”. un contadino , ad esempio, che con grande umiltà e fierezza conosce ciò che comporta l’alternanza delle stagioni, i frutti che di conseguenza si possono coltivare, come farli crescere al meglio, i terreni più fertili, gli innesti, gli insetti buoni da quelli non buoni, i periodi di raccolta. Non è questa una grande conoscenza che a molti non è nota? Eppure un contadino non guarda dall’alto in basso un avvocato, un medico, un diplomatico; anzi al contrario magari dona ciò che ha coltivato con la stima e il rispetto che porta verso chi ha avuto sempre i libri in mano. L’umiltà è la virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma d’orgoglio, di superbia, di emulazione o sopraffazione. Le persone umili non hanno bisogno di sentire di essere migliori delle altre. Allo stesso tempo, non si piegano al volere degli altri, né si lasciano opprimere; dovremmo tutti riflettere prima di classificare una persona come ignorante. Il vero ignorante è colui che si pone un limite verso la conoscenza dell’altro, chiunque esso sia, con la consapevolezza che da ogni persona si può imparare qualcosa.
“Io so di non sapere”, affermava il grande Socrate: questo celebre motto può apparire paradossale, ma contiene in sé una grande verità e cioè che all’uomo non è dato di sapere, ma solo di constatare la sua ignoranza. Chi possiede una profonda consapevolezza della propria “nullità intellettuale” può davvero definirsi saggio. L’uomo veramente saggio, accorto, avveduto, attento e non “che sa tutto” è consapevole di non poter possedere tutto lo scibile e pertanto è pronto ad imparare continuamente e a migliorarsi con umiltà, a mettersi in discussione ogni giorno, ogni istante, ascolta ed è capace di condividere a differenza di chi al contrario, crede di sapere tutto, mentre molto spesso è solo presunzione e convinzione.